Pane per le feste

Tindaro Granata

Mercoledì 7 dicembre dalle 15.00 alle 22.00 | LachesiLAB

Laboratorio di impasti, racconti, canti e risate con apertura pubblica

Non è un corso per panificatori e non è una performance, ma è la scelta di partecipare e conoscere i segreti di questa nobile arte, dove la manualità dell’impasto di farine, acqua e “u criscenti” (il lievito madre) è l’occasione per diventare custodi consapevoli di un antico lavoro umano, che si ripete e si tramanda dai tempi dei tempi.
Tindaro racconterà la differenza tra il pane antico e quello moderno; l’origine del lievito e la sua gestione; parlerà delle farine antiche e di quelle di oggi; si impasterà insieme; si riscoprirà la grande intelligenza del nostro corpo nel riconoscere il proprio impasto e si praticherà la lentezza del gesto del fare, l’attesa e la gioia di nutrirsi della propria opera d’arte, il proprio pane.
Parlare, scoprire, raccontare, confrontarsi, ridere, divertirsi, gioire, ricordare: questo accadrà per chi sperimenterà l’antico rito del fare il pane. I partecipanti sono invitati a fare un’esperienza profonda di
creazione, che genera pace, durante la quale si diventa protagonisti del tempo dell’impasto, “lievitando” parole buone come il pane.


LachesiLAB via Porpora 43/47 Milano
Iscrizione 10€ + 1€ tessera spazio
Prenotazioni: 338 813 9995 – info@teatrodellemoire.it


INDICAZIONI PER PARTECIPARE
1) è necessario portare per iscritto una storia che abbia a che fare con il proprio rapporto con il pane (un ricordo, un pensiero, un legame), che tra i tempi di riposo e di lievitazione dell’impasto, ognuno potrà sviluppare, donandogli una forma anche teatrale, semplice e diretta, per essere raccontato ai compagni di laboratorio o ad un pubblico di uditori e uditrici, venuti a vedere il Rito del Pane.

2) per impastare:
a) portare mezzo chilo di farina (a seconda del proprio gusto e del proprio desiderio): metà deve essere farina di grano tenero 0, 00, tipo 1, tipo 2, integrale; metà deve essere farina di semola di grano duro (detta anche rimacinata).
b) una ciotola comoda per impastare, suggerisco un diametro di almeno 22 centimetri.
c) cucchiaio/paletta di legno.
d) una bottiglia di acqua naturale da 1 litro.
e) un canovaccio.
f) un barattolino per portarsi il lievito madre a casa
g) sale fino.


Tindaro Granata nasce a Tindari (ME). Il suo percorso teatrale inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, con il ruolo di co-protagonista in Pulcinella.
Nel 2007 incontra Carmelo Rifici, col quale inizia un felice sodalizio che lo porta a lavorare al Piccolo Teatro di Milano, al festival del Dramma Antico di Siracusa, al LAC di Lugano e infine in Proxima Res, associazione della quale diventa direttore artistico.
In veste di drammaturgo/regista/attore Tindaro Granata esordisce nel 2011 con Antropolaroid, uno spettacolo sulla storia della sua famiglia, che ottiene numerosi riconoscimenti e premi, e che in dieci anni ha toccato più di 300 repliche in tutta Italia.
Nel 2013 scrive, dirige ed interpreta Invidiatemi come io ho invidiato voi col quale, ispirandosi ad un fatto di cronaca, affronta un tema difficile come quello dell’abuso sessuale dei minori. Con questo spettacolo, Tindaro riceve, tra gli altri premi, il primo premio Mariangela Melato con Miglior attore emergente.
Nel 2016 debutta il suo terzo spettacolo, Geppetto e Geppetto, sul tema della stepchild adoption. Allo spettacolo viene conferito il Premio Ubu 2016 come Miglior novità o progetto drammaturgico, cui seguono il Premio Hystrio Twister 2017 come Miglior Spettacolo dell’anno e il Premio Franco Enriquez.
Nel 2019 scrive il testo dello spettacolo Dedalo e Icaro, per la compagnia Eco di Fondo e con la regia di Frongia/Ferraù.
Come attore è diretto da importanti registi, tra cui Serena Sinigaglia, Andrea Chiodi e Leonardo Lidi.
Nel 2022 viene eletto Direttore Artistico del Teatro Greco di Tindari. In piena pandemia inventa lo spettacolo/laboratorio Il rito del pane attraverso il quale insegna a gruppi di allievi panificatori a conoscere le proprietà delle diverse farine e a impastarle con il lievito madre “Sophia Loren”. Questa volta tocca ai partecipanti raccontare le loro “storie di pane”.