FUGA DALL’EGITTO

Miriam Selima Fieno

In residenza: dal 18 al 28 gennaio 2021

Progetto vincitore del bando Intercettazioni 2020

Fuga dallEgitto è una performance teatrale che unisce il teatro documentario alla musica, in un intreccio tra parola, cinema del reale e sonorità orientali live.

Il progetto trae ispirazione dal libro “Fuga dall’Egitto inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe” della giornalista Azzurra Meringolo Scarfoglio, che getta luce sul fenomeno della diaspora egiziana composta dagli esuli di ultimissima generazione. Più o meno giovani, giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani che, traditi e minacciati di repressione in Egitto, sono stati costretti a scegliere la via precaria e dolorosa dell’esilio, quando, dopo il golpe dell’estate 2013, i militari sono tornati al potere.
I nuovi esuli egiziani sono scappati dal loro Paese per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione, alla censura di chi non voleva che raccontassero – ad esempio- dettagli scomodi sulla tragica fine di Giulio Regeni. Per alcuni l’esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche.
La situazione dei diritti civili in Egitto è una delle peggiori al mondo.
Sugli account Facebook delle persone che avevano partecipato alla rivoluzione del 2011, si è diffusa una domanda: come resistere a questo potere autoritario e corrotto senza farsi uccidere o arrestare e perdere la battaglia in partenza?

Per realizzare lo spettacolo siamo partiti da queste storie raccolte nel libro di Azzurra, abbiamo scelto alcune testimonianze, e analizzato l’archivio di audio, riprese, scatti, interviste che l’autrice ha messo insieme negli anni di lavoro in Egitto, prima, e inseguendo gli esuli per il mondo, poi.
Il passo successivo è stato quello di incontrare alcuni dei protagonisti delle storie, per raccogliere dal vivo le loro testimonianze attraverso l’uso del video documentario.
Abbiamo incrociato in questo nostro percorso di studio e di raccolta di materiale, una musicista esule Jasmine Baramawy che ha lasciato l’Egitto per poter portare avanti il suo attivismo e la sua ricerca sonora che esplora sia la tradizione acustica dell’oud che la sperimentazione elettronica.
Abbiamo deciso di coinvolgerla, non volevamo rinunciare alla possibilità di avere fisicamente in scena una figura che con la sua personalità potesse essere rappresentativa di un ampio spettro della diaspora egiziana.
Questa è la funzione che svolge la musica nel nostro progetto, quella di raccogliere in una sola, più voci possibili, espandendo un messaggio di resistenza.
Ciò che accomuna la ‘fuga’ di molti degli esuli non è la paura, ma la voglia di poter continuare a vivere, lavorare, trovare vie di crescita e di realizzazione.
Ha un valore fondamentale per noi avere sul palco un artista che con la sua musica e le sue parole possa portare una testimonianza diretta incarnando il ponte tra il pubblico e ciò che lo spettacolo racconta.

L’intento è quello di creare un unico grande archivio di materiale multimediale da selezionare e elaborare in una drammaturgia composita di testi, video, registrazioni audio e musica. Con l’obiettivo di dare vita a uno spettacolo di teatro documentario, ovvero uno spettacolo dove la narrazione dal vivo si avvale di dispositivi tecnologici come camere in diretta, cellulari e proiezioni, dialogando con il video documentario e con la musica live, per tenere accesa l’attenzione su un Paese, l’Egitto, che proprio il prossimo anno celebrerà i 10 anni dalla rivoluzione di piazza Tahrir. Momento certamente di cambiamento sociale, che non ha però lasciato i frutti sperati, come ben sappiamo noi italiani che pur continuiamo a fare affari, facendo finta di niente.

MIRIAM SELIMA FIENO
Attrice, autrice e regista.

Attrice, autrice e regista. Si diploma all’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe, dopo la laurea in Conservazione dei Beni Culturali.

Nel 2012 fonda il collettivo teatrale La Ballata dei Lenna con cui realizza alcune produzioni che ottengono importanti riconoscimenti tra cui: “Libya. Back home” 2019 un monologo autobiografico di teatro documentario di cui è interprete e autrice (finalista In-box, vincitore Bando Ora! Compagnia di San Paolo e del Premio Scintille); “Human animal” 2017 tratto da “Il re pallido” di David Foster Wallace di cui è interprete e regista (vincitore del bando Funder35 e del bando Hangar Creatività); “Cantare all’amore” 2013 di cui è autrice, interprete e regista (vincitore Next, vincitore Premio In-Box, vincitore E45 Napoli Fringe Festival).

Si avvicina al teatro documentario e al cinema del reale con i registi Lola Arias e Andrea Segre. Viene selezionata alla Biennale Teatro di Venezia per il college con Roberto Latini. È attrice con Acti Teatri Indipendenti, Compagnia del Suq, Bottega degli Apocrifi, Assemblea Teatro, Teatro della Tosse, Festival delle Colline Torinesi, Teatro Piemonte Europa.

Nell’ultimo periodo la sua produzione è legata al teatro documentario e tratta tematiche che abbracciano il Nordafrica e il Medioriente. Nel 2020 vince la menzione al Premio Scenario Infanzia con il progetto From Syria: is this a child? e il Bando IntercettAzioni con il progetto Fuga dall’Egitto.

La compagnia Miriam Selima Fieno è inserita in “Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia: un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K, con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo.

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