“La schiena va costruita. Sulla schiena devono esserci gli occhi (…) Non bisogna accontentarsi di considerare solo la parte anteriore, dal momento che si elabora la propria esistenza.”
(Da “Nutrimento dell’anima. La danza butō / Aforismi e insegnamenti dei Maestri”, di Kazuo Ōno e Yoshito Ōno)
Ricerco intuizioni di nuove danze nella visione concreta e poetica di un dietro, un nascosto, un indistinto, che possa riformulare di continuo il proprio sentire e agire.
Indago pratiche percettive della presenza per risvegliare la natura umana alle sue risorse più sottili. Cerco il radicamento nel corpo, nei suoi desideri intimi, nelle sue intenzioni oscure, luoghi sostanziali dell’essere dove è vitale e ambigua la relazione tra ciò che è intimo e privato e ciò che esposto e pubblico. Nella tessitura tra corporeità e azione, le immagini di danza sono strumenti performativi in grado di sondare l’enorme registro della sensibilità più profonda e di attivare una acuta intelligenza intuitiva. È la messa in atto di un ascolto, di una docilità, di una irruzione. (Alessandra Cristiani)